Un socio illustre: Achille Ratti Papa Pio XI
Anche un Papa è uno dei nostri: il 10 luglio 1888 il Sacerdote Achille Ratti entra come socio del Club Alpino Italiano Sezione di Milano.
Socio attivo e coraggioso: basti pensare alle due grandi "prime" al Rosa e al Bianco, che lo collocano di peso nella classe degli alpinisti di eccezione.
30 luglio - 3 agosto 1889
- Il Monterosa da Macugnaga
- Versante est della punta Dufour
- Prima traversata italiana del Colle Zunstein 1890 (ultimi di luglio, primi di agosto)
- Crammont, Dente del Gigante, Monte Bianco
- Salita per Rocher, discesa per il ghiacciaio del Dome
Achille Ratti ci ha lasciato una relazione scritta delle sue più impegnative scalate, riportate fedelmente sul bollettino del CAI.
Nel dicembre 1890 don Achille Ratti, socio scalatore e scrittore è chiamato alla dirczione del C.A.I. di Milano.
A Desio nel 1920, il 17 dicembre si è costituita la sezione del CAI. La nuova sezione di Desio ha iscritto quale suo Socio Onorario il proprio concittadino Sua Eccellenza Monsignor Achille Ratti, Arcivescovo di Lepanto e Nunzio Apostolico di Varsavia.
L'illustre prelato ha accolto con viva simpatia la comunicazione. Ma a noi importo soprattutto ricercare e scoprire come Lui, il Grande Alpinista, "vedeva la montagna".
Egli ama la montagna, non la facile, che può offrire solo limitate soddisfazioni e piccoli sforzi, ma l'alta montagna quella delle vette eccelse, le più alte, che esigono sforzi ed audacia.
Le ascensioni del Ratti non furono piacevoli gite, ma scalate impegnative. Egli non fu un semplice e galante turista, innamorato di facili "belvedere", ma uno scalatore tenace, dotato di forza di entusiasmo e di costante volontà dominatrice.
Sulle vette silenziose, c'è una bellezza riservata a pochi; lassù c'è Dio che ti rivela negli elementi non calpestati dall'orgoglio umano; lassù si arriva disciplinando le forze fisiche e godimento di quelle spirituali. E' veramente l'anima che attinge al suo vertice. Per Achille Ratti l'alpinismo fu un continuo inno alla bellezza della creazione e alla potenza del Creatore. Pio XI, Papa Alpinista, ha un suo messaggio da dare a tutti quelli che amano la montagna e a ciascuno di noi.
L'ottantacinquesimo della Sezione desiana del CAI ci aiuta a raccogliere questo messaggio e a tradurlo in vita.
Nel continuare una tradizione il consiglio direttivo della Sezione, in occasione della visita di Papa Wojtyla a Desio, ha donato al Pontefice la tessera di socio del CAI Desiano.
1920 - 2005
Primavera, estate 1920: ogni giovedì sera, dopo cena tre giovanotti, spesso accompagnati da amici, inforcavano la bicicletta e si avviavano da Desio verso Monza dove, in una viuzza a due passi dall'Arengario, entrano in una saletta di una vecchia casa, sempre accolti con simpatia e cordialità.
Chi sono? E cosa vogliono? Sono tre studenti desiani, soci del Cai di Monza che vanno alla sede sociale a sfogliare guide, ad aggiornarsi ed informarsi per la gita della domenica.
Finita l'estate, la passeggiata serale comincia a pesare e pedalando nella notte, nasce l'idea di fondare una sezione del Cai anche a Desio. Occorrono almeno cinquanta soci firmatari della domanda e, fatta una piccola indagine, si entra nella certezza di arrivarci.
Colleoni - II più dinamico dei tre firma, la fa firmare al sottoscritto ed a Bisesti, ed il mattino dopo si da subito da fare per raccogliere le adesioni e e quote di quanti a Desio amano e frequentano la montagna.
In quei tre giorni raggiungono il numero di 65 o 66 (non ricordo bene il numero preciso) e la domanda parte per la Sede Centrale. Proprio in quei giorni il Consiglio centrale doveva già riunirsi e la domanda viene cosi accolta, e possiamo così tenere la prima Assemblea per la nomina delle cariche sociali e per tracciare un primo programma di lavoro.
E qui vorrei poter fare l'elenco di tutti gli entusiasti che hanno dato vita alla nostra Sezione, ma me ne astengo perchè la memoria a cinquant'anni di distanza mi può tradire, facendo dimenticare troppi nomi.
Purtroppo sono quasi tutti scomparsi: di vivi - se non erro - oltre a me ne ricordo uno solo il geom. Mario Bisesti.
Credo però doveroso ricordare, fra i fondatori, alcuni nomi che hanno contribuito allo sviluppo della nostra Sezione: oltre ai già nominati Dott. Antonio Colleoni e Dott. Bisesti, il primo presidente sezionale Carlo Bosio, Attilio Schiatti, Egidio Figliodoni, Annibale Malberti, Ing. Attilio Pissavini, Dott. Gaetano Citterio.
Col passare del tempo, molti altri hanno lavorato con passione ed hanno dato lustro alla nostra Sezione, ma credo che nessuno me ne vorrà, se in questa breve cronaca della nascita, non ricordo che quelli che erano nel gruppo dei promotori.
L'amore per la montagna è cosa che trascende il tempo: ormai noi anziani guardiamo con simpatia alle nuove generazioni e le incitiamo a continuare con amore l'opera iniziata in un tempo che a loro sembra così lontano (mentre a noi pare così vicino) dai pochi che hanno cercato - e vi sono riusciti - a diffondere la passione per la montagna.
Gisco Tratto dal volume dei cinquantesimo di fondazione della Sezione
Saluto del Sindaco di Desio
II Club Alpino Italiano festeggia i suoi 85 anni di fondazione a Desio. Un meraviglioso traguardo per il quale sono onorato di porgere, a nome mio personale e di tutta l'Amministrazione Comunale, vivissime congratulazioni.
Mi sono chiesto, incuriosito, quante vette sono state raggiunte, quanti i sentieri percorsi, quanti i rifugi visitati in tutti questi anni di attività. Per quanto possa essere grande è senz'altro un numero destinato a crescere. Il propulsore che spinge gli appassionati alpinisti a sfidare la fatica e, a volte, anche a vincere la paura è l'amore per la montagna, per le sue voci e i suoi colori. Il successo del C.A.I. di Desio è strettamente collegato alla passione e al fervore dei suoi iscritti e simpatizzanti, lo stesso ne sono stato testimone recentemente in occasione della tradizionale gita annuale, durante la quale ho potuto apprezzare lo spirito di collaborazione e la capacità di condivisione delle piccole e grandi cose della vita.
La capacità organizzativa e di aggregazione è brillante: escursioni, corsi e awenimenti sono i punti di forza dell'associazione che contribuiscono a creare coesione e a trasmettere passione e rispetto per la natura e l'ambiente oltre che a divulgare le conoscenze scientifiche e storiche. D'altra parte non mancano, da questo punto di vista, preziosi riferimenti. Cito per tutti Pio XI, il nostro Papa Ratti, appassionato alpinista. Mi fermo qui perchè l'elenco delle persone, dei luoghi e degli awenimenti è lungo ed è raccolto in questo volume che celebra il loro anniversario.
Auguro alla sezione desiana del Club Alpino Italiano di proseguire nella propria attività con la determinazione e l'entusiasmo che li caratterizzano da sempre.
Giampiero Mariani
Sindaco di Desio
Saluto del Presidente della Sezione di Desio
La nostra Sezione ha percorso un altro tratto di sentiero.
Ormai sono molti, moltissimi i passi compiuti; vorrei poterli ricordare tutti a cominciare dai primi, forse incerti e titubanti, ma che si sono subito tramutati in un incedere sicuro e deciso.
Sfogliando le pagine delle pubblicazioni che hanno ricordato il 50° e il 75° di fondazione della Sezione si prova emozione e un po' di nostalgia per tutto ciò che si è vissuto e costruito in tanti anni; sarebbe bello che, in un prossimo futuro, coloro che toccheranno, facendole passare tra le dita, le pagine di questo opuscolo, potessero provare ed assaporare le stesse sensazioni.
Il cammino intrapreso da tempo non è ancora terminato, questo è solo un momento di sosta per riprendere fiato, come normalmente avviene in montagna, e che ci permette di godere appieno del nostro percorso.
Nuovi e più significativi traguardi ci attendono e giù si profilano all'orizzonte come una catena montana ancora sconosciuta ma che aspetta il nostro arrivo. Il 2020, anno nel quale si celebrerà il centenario di fondazione della Sezione, non è poi così lontano.
Il nostro cammino può, anzi deve continuare con lo stesso passo e determinazione che ci hanno permesso di raggiungere questo significativo traguardo, rivolgendo uno sguardo ad un passato importante che deve essere ricordato con orgoglio e giustificata soddisfazione, ma con la certezza che il presente sia il "segnavia" per un futuro ancora ricco di storia, di fatti e di idee.